Metro Manila

Voto dell'autore: 4/5

VOTA ANCHE TU!

InguardabilePassabilePiacevoleConsigliatoImperdibile (1 votes, average: 5,00 out of 5)

E’ storica la trasferta di registi occidentali in oriente al fine di reperire location esotiche. Ma da un po’ c’è maggiore attenzione e alcune figure si recano nel sud est asiatico con idee forti e una personale visione del cinema, distante dai gemellaggi di mercato di registi americani che vanno a girare blockbuster in Cina. Pensiamo a Gareth Evans e il suo The Raid, a Rob Jabbaz e The Sadness a Mark Duffield e Ghost of Mae Nak.

Ed ora all’inglese Sean Ellis che prende una camera prosumer, una Canon 5D, e se ne va nelle Filippine a dirigere un film a basso budget scritto e diretto da lui. Con esiti di elevatissima caratura.

Metro Manila si innesta in un prolifico filone di noir e film oscuri che sfruttano la visione più marcescente possibile della capitale per tessere le scenografie di sordide vicende luttuose; che siano drammi della disperazione o noir balistici nichilisti, Manila si rivela territorio perfetto in cui far perdere i  personaggi.

Ellis raccoglie le idee del film durante un viaggio nelle Filippine, alla vista dei blindati che trasportano denaro. Ci tesse intorno una storia robusta, prende un pugno di grandi attori e tecnici locali e restituisce un miracolo filmico teso e disperato.

Una coppia con due figli piccoli a causa di una spietata sequela di imprevisti si trova a fare la fame in provincia. Decidono di tentare la fortuna a Manila. Subito vengono imbrogliati e derubati di tutti i soldi. Finiscono a vivere in delle catapecchie in periferia e mentre lei è costretta a penetrare nel mercato della prostituzione, lui ha la fortuna di trovare un buon lavoro come scorta armata dei già citati blindati. Ma anche in questo caso nulla è come sembra.

Con un senso della tensione altissimo che a tratti ricorda il bel Sicario (anticipandolo di alcuni anni) e una visione nichilista del presente degna del miglior cinema filippino, Metro Manila dimostra di nuovo come budget ed attrezzatura non infieriscano minimante sul risultato finale (oltre al fatto che il film possiede comunque alcune scelte visive non indifferenti) quando c’è una buona sceneggiatura e un buon gusto nella messa in scena.

In parallelo alla radice narrativa principale, il regista somma una seconda vicenda che diventa metafora del tutto, questa presa da un reale fatto di cronaca locale, il tentato dirottamento del volo Philippine Airlines Flight 812 del 2000.

Metro Manila, come dimostrato anche da una mini “retrospettiva” durante il 24esimo Far East Film Festival di Udine del 2022 è un ottimo film che racconta con polso e senza eccessivo esotismo posticcio il paese sfruttandolo al meglio nell’impianto emotivo e scenografico, restituendo un titolo che si affianca con un certo rispetto, ma anche competitività, ad altri titoli simili di acclarati maestri locali.