Sukeban Boy

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Sukeban BoySukeban boy è una dei fumetti di Go Nagai meno conosciuti al di fuori del suolo nipponico. Certo è difficile tener traccia del vulcanico autore e probabilmente questa folle vicenda che prova a farsi burla dei temi delle serie sulle teppiste scolastiche nipponiche è una delle opere meno esportabili. Sukeban non è solo il nome con cui si definiscono solitamente questo tipo di teppiste in marinaretta, ma nella fattispecie anche il nome del protagonista, dovuto alla semplice contrazione di nome e cognome (Suke Banji).  Un gioco di parole che ispira Nagai nell’impianto di un opera basata sul classico scambio di sesso tanto amato nei manga con moltemplici esempi celebri tra tutti i maestri, come Tezuka Osamu (La principessa Zaffiro), Ikeda Ryoko (Lady Oscar) e Takahashi Rumiko (Ranma ½).

Ovviamente nel caso di Nagai la vicenda di Sukeban costretto dal padre a vestirsi da donna per essere ammesso in una scuola è occasione per una sequela di situazioni squinternate e cariche di sesso. I personaggi protagonisti non sono da meno e si va dalla gang di ragazze in collant fino ad una loro senpai in topless con tanto di cinturoni di munizioni, mentre dietro le quinte si muove una misteriosa cattiva mascherata. L’adattamento di Iguchi non si discosta molto dai mediometraggi, appena 60’ in questo caso, che han fatto la fortuna del v-cinema.

Tecnicamente non fa peggio del solito e Nishimura nel reparto effetto speciali assicura la giusta dose di emoglobina al tutto. La breve distanza gioca a loro favore e i danni sono quindi meno gravi del solito. La protagonista è Asami, all’epoca attrice di Adult Video, come molte co-protagoniste in questo caso, che con questo film inaugurò il sodalizio con la coppia Iguchi-Nishimura e diventò praticamente presenza fissa di tutte le loro pellicole.