Sukob

Voto dell'autore: 3/5

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SukobDopo lo straordinario successo in patria del precedente Feng Shui, Chito S. Roño continua ancora lungo il percorso dell’horror a budget medio/alto (almeno per gli standard locali). Nulla cambia rispetto alla prova precedente. Storia poco originale ma che trae linfa vitale dall’essere totalmente radicata nel folklore locale, partorendo un oggetto tanto suggestivo quanto a tratti realmente spaventoso. Certo, la prima parte è sicuramente più riuscita ma è debolezza comune in film di questo livello (narrativo, strutturale..) il riuscire solo parzialmente a tenere la partitura ritmica fino alla fine. Oltretutto la storia è particolarmente confusa e complessa, corale e sviluppata lungo due diversi piani temporali e spaziali il che può lasciare spaesato qualche spettatore. Anche se poco originale è comunque interessante la componente narrativa in cui l’orrore va a permeare l’ambiente matrimoniale.

Una coppia appena sposata inizia a subire i nefasti presagi di un’apparizione spettrale che causa l’apparente decesso e la reale scomparsa di tutti i famigliari e amici.  Stavolta il rancore ha origini ancora più antiche del solito.

Il regista possiede un innegabile talento che volentieri incanala anche in altri generi e gestisce con assoluta competenza tutta l’impalcatura orrifica. Il livello tecnico e visivo del film è eccellente e si innalza vistosamente sopra la media di tante produzioni filippine. Buonissime prove recitative soprattutto per le attrici tra cui va assolutamente menzionata la bellissima Claudine Barretto.
Anche questo film è stato un notevole successo in patria.

Curiosità: Chito S. Roño ha studiato cinema anche al Centro Sperimentale di Roma.