The Guy Who Started a Storm

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The Guy Who Started a StormSiamo alla fine degli anni Cinquanta e Inoue Umetsugu ha sulle sue spalle la responsabilità di risollevare le sorti della Nikkatsu, con un film che ha come protagonista Ishihara Yujiro, che diverrà una star, e l’icona della Nouvelle Vague giapponese, interprete tra l’altro di numerosi action, come quelli di Masuda Toshio.

In The Guy Who Started a Storm la madre del ragazzo si oppone a che il figlio eserciti un mestiere che considera disdicevole (il batterista). Inoltre egli deve vedersela anche con Charlie un musicista legato alla yakuza.

Altro elemento fondamentale, la presenza di una figura di mentore o sostenitore, che appoggia economicamente e spiritualmente i personaggi principali nella loro carriera, dando loro il denaro e l’incoraggiamento di cui hanno bisogno. Per il musicista Shoichi, la benefattrice è Miyako, una giovane agente. La trama si snoda sempre seguendo un conflitto molto ben definito tra dovere e sentimento, nella migliore tradizione narrativa nipponica, in cui a prevalere sarà sempre il dovere. Il batterista prevarrà sul rivale ma il vero successo sarà ottenere la comprensione della madre e l’amore della sua agente, che però rinuncerà a lui. Non manca anche un climax ben calibrato, una lunga sequenza posta verso la fine del film e di grande efficacia. In The Guy Who Started a Storm ci sono due scene fondamentali, il duello col batterista avversario, in cui Shoichi gareggia e non potendo suonare con la mano rotta, canta e in questo modo ottiene ancora più successo rivelandosi un ottimo cantante e soprattutto il concerto sinfonico diretto dal fratello minore e da lui ascoltato per radio in ospedale che lo porterà alla riconciliazione con la madre. Queste scene sono di solito molto lunghe e giocate su un montaggio alternato che crea una tensione crescente. Un film fondamentale, ormai quasi un classico.