Il Colpo Segreto di Bruce Lee

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Il Colpo Segreto di Bruce Lee fa parte del filone “le avventure mai raccontate”, storie ipotetiche nelle quali si riconoscono gli stilemi tipici dei film di kung fu uniti all’iconografia di Bruce Lee. Un coacervo d’episodi ispirati alla sua vita, romanzati dalle cronache scandalistiche dell’epoca e combinati con leggende nate dopo la sua morte. In questo caso il collante è un fantomatico “libro delle dita” fautore della sua imbattibilità (ogni riferimento al Jeet kune do è puramente voluto).

Bruce Lee è morto lasciando il trono delle arti marziali senza un erede. Molti sono i delatori che ne pretendono gli oneri e diritti, ancor di più coloro che si spacciano come prosecutori delle sue idee rivoluzionarie. L’unico modo per dimostrarlo è conoscere l’imbattibile “stile delle dita”, tecnica descritta in un manoscritto redatto da Bruce Lee in persona. Il problema è la locazione attuale del libro. Sulle sue tracce ci sono un boss della mala esperto nel karate di nome Lei Lung, interpretato dal grande Lo Lieh rinomato attore della scuderia Shaw Brothers (protagonista di un centinaio di pellicole tra Wuxia pian e gong fu pian), un poliziotto “Mr. Chan” (Chan Way-Man) accreditato in diversi bruceploitation col nome di Bruce Chen, prolifico negli action honkonghesi (Five Element Ninja, Coolie Killer, My Heart is that Eternal Rose) ed infine non per importanza Bruce Wong (Bruce Le) pupillo di Bruce Lee, pronto a tutto pur di non lasciare il manoscritto nelle mani sbagliate. Fa parte della partita anche la povera sorella di Wong, costretta a prostituirsi dagli uomini di Lung che in seguito la segregheranno in una fortezza protetta da decine di balordi, giusto per dare un significato allo Showdown finale.

In internet si leggono informazioni errate riguardanti dei presunti filmati d’archivio inseriti nel film, niente di tutto ciò è vero, la scena “incriminata” in realtà è frutto di un montaggio con vecchie foto di Bruce Lee alternate a sequenze d’allenamento di Bruce Le; potete immaginarne lo squallido effetto. Joseph Kong Hung non è quello che si dice un fine narratore ed i suoi film lo testimoniano ampiamente. La scarsezza di mezzi, budget limitati e sceneggiature strampalate non lo hanno mai aiutato, ma ahimé nemmeno le sue capacità tecniche gli sono corse in aiuto, anzi spesso hanno dato il “colpo alla botte”. Il Colpo Segreto di Bruce Lee è un po’ la summa della filosofia del nostro regista: tanti combattimenti coreografati con le solite tre mosse, regia piatta da far sembrare Elisa di Rivaombrosa un’opera di Tsui Hark e la solita recitazione sopra le righe. Su tutti però troneggia uno spaesato Bruce Le vestito per tutto il film con delle canotte prese al Carrefour, gli immancabili occhialoni fumè e i soliti pantaloni a zampa d’elefante. Questa volta la mitica tutina gialla a righe nere è indossata da un avversario, non chiediamoci il perché. Come se non bastasse, Bruce Le non tenta nemmeno di scimmiottare lo stile del piccolo drago, ma si esibisce in mosse di kung fu “classico” eseguite con una certa approssimazione. Solo nel finale ci regala un brivido, asportando direttamente un occhio al povero Lo Lieh, mostrandoci finalmente lo “stile delle dita”. Dove invece si riscatta è sul piano recitativo, sfoggiando una serie di smorfie d’antologia (nose-thumbing e l’assaggio del proprio sangue) che ripagano ampiamente il prezzo della visione. Il film non delude nemmeno nei dialoghi e grazie al fantastico doppiaggio italiano (il migliore al mondo) si arricchisce di scenette al limite del surreale, come quella ambientata in una discarica teatro di una sanguinosa lotta, dove Bruce ed un suo amico si battono contro decine di “facce da galera” e nonostante l’inferiorità numerica, hanno la meglio. Vedendo il compagno ferito e sporco di sangue, Bruce gli chiede come si sente, l’amico facendo un sorriso risponde: “Sono fresco come una rosa!”. Il resto è anche peggio, e non servono a nulla comprimari come Lo Lieh (totalmente in caduta libera), la bella Nora Miao eroina del gong fu (Dalla Cina con Furore, Il Furore della Cina Colpisce Ancora, L’urlo di Chen Terrorizza anche l’Occidente) o il solito BoloYeung: ormai la frittata è fatta!
Nonostante ciò il fascino delle pellicole di Jospeh Kung Hong rimane immutato ancora oggi, soprattutto per i fanatici del kung fu “low profile”, gli adoratori ad oltranza di Bruce Lee (cloni compresi) e gli ottusi che si esaltano vedendo delle risse continuate di novanta minuti, intervallate occasionalmente da scene di nudo gratuite.