Gridare Amore dal Centro del Mondo


Sinceramente eravamo rimasti piacevolmente sorpresi dalla proiezione –nel corso di una vecchia edizione del Far East Film Festival- di un film giapponese intitolato Crying Out Love, in the Centre of the World. Perché nonostante le premesse di un melodramma eccessivo e retorico, riusciva a possedere diverse frecce al suo arco, alcune apparizioni miracolose di politicamente scorretto e una regia lieve e funzionale. Ci siamo così sorpresi, in un paese come l’Italia solitamente schivo e brutalmente nazionalista o  meglio, occidentalecentrico, nello scoprire che il romanzo da cui il film era stato tratto, era stato nel frattempo pubblicato. Quattro milioni di copie vendute in Giappone, una serie Tv e un manga tratti dall’origine letteraria, insomma un caso nazionale di cui ci è data la possibilità di fruire. E va ammesso che il romanzo è ancora più riuscito del film; la retorica è ridotta al minimo, il senso del melodramma, intenso, e il film arriva a colpire (e a commuovere) non nelle zone più apertamente sensibili, ma in cunicoli laterali inaspettati. Sono nelle piccole cose, nelle note sussurrate che il libro riesce a ferire di più a tradimento. Scrittura a blocchi scomposti e montaggio alternato, narra una luttuosa storia d’amore tra due ragazzini con scie parallele di amori universali lungo le altre generazioni.  E poi la malattia, la separazione, la morte, l’amore puro, totale, universale.
Esempio tipico di tanto melodramma in punta di penna giapponese, il film, pur vistosamente radicato nella cultura locale, funziona alla perfezione con un ingranaggio che non confonde nel suo essere tipicamente “giapponese” ma rivelando al contempo una patina riuscita di internazionalità.
L’edizione pocket (a cui facciamo riferimento) è scarna ma ha la cover in rilievo e costa davvero pochissimo.