Godzilla, Mothra and King Ghidorah: Giant Monsters All-Out Attack

Voto dell'autore: 3/5
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godzilla-mothra-king-ghidorah-giant-monsters-all-out-attack-1Va riconosciuto che il (pessimo) remake americano di Godzilla ad opera di Roland Emmerich  ha avuto il merito di convincere la Toho a resuscitare, ancora una volta, il dinosauro radioattivo più famoso del pianeta. Questa nuova serie di pellicole, che i fan hanno denominato Millenium Series,  esordisce nel 1999 con Godzilla 2000, ed è caratterizzata dal fatto che ogni pellicola è un universo narrativo a sé stante che considera canonico solo il Godzilla del 1954. Liberi dall’ingombrante continuity delle prime due saghe, sceneggiatori e registi si sono potuti sbizzarrire nel reinventare e stravolgere la mitologia alla base della serie. Uno degli esiti più felici ed entusiasmanti di questo nuovo corso è senza dubbio Godzilla, Mothra and King Ghidorah: All Monsters All-Out Attack (GMK per brevità).

Dopo quasi cinquant’anni, Godzilla riemerge dagli abissi per portare morte e distruzione in Giappone. Le autorità sono impotenti poiché l’arma che ha ucciso Godzilla mezzo secolo prima è andata irrimediabilmente distrutta. Nel frattempo una giovane giornalista, Yuri, si imbatte in un misterioso personaggio che le profetizza che tre spiriti protettori del Giappone si risveglieranno per fermare Godzilla. Yuri è scettica, ma i suoi dubbi verranno presto fugati dall’apparizione di un altro gigantesco mostro, Baragon, a cui presto si aggiungeranno Mothra e il drago tricefalo King Ghidorah.

Nella sua trilogia di Gamera, Kaneko si era già dimostrato capace di aggiornare e reinventare, senza snaturarle,  icone cinematografiche care a generazioni di spettatori nipponici. GMK è il primo titolo della nuova serie che vede l’apparizione di mostri classici, quali l’amatissimo Mothra, Baragon, la cui ultima apparizione sul grande schermo risaliva al 1968 e infine King Ghidorah, storico villain della serie, per la prima volta in assoluto dalla parte dei buoni. Diametralmente opposto è il trattamento riservato a Godzilla, che Kaneko spoglia dell’aura di mostro positivo che lo ha caratterizzato dagli anni sessanta in poi, per riportarlo il più vicino possibile alla creatura ideata da Ishiro Honda. Il Godzilla originario era l’incarnazione del pericolo atomico e degli orrori della guerra, Kaneko estremizza il concetto, facendo del suo Godzilla uno spirito vendicativo letteralmente posseduto da milioni di anime delle vittime della guerra nel Pacifico, determinate a punire il Giappone. Una decisione forte quella di rendere una delle icone pop nipponiche per eccellenza una metafora della colpa collettiva immune ad ogni tentativo di rimozione.

La storia si prende i suoi tempi, facendo entrare in scena le creature in maniera graduale, circondandole di un alone mistico e leggendario, per poi lanciarle in una sarabanda di scontri pirotecnici. Kaneko conferma di sapere come si costruisce una buona scena d’azione, regalando alcuni tra i combattimenti più esaltanti della serie. L’esperienza dei precedenti Gamera trova qui il suo naturale compimento, grazie anche ad un budget superiore e ad una CGI che ormai si integra in maniera verosimile con gli effetti tradizionali. I mostri vengono tutti ridisegnati a partire da Godzilla che sfoggia, tra le altre cose, un paio di occhi senza pupille decisamente inquietanti; Baragon viene drasticamente aggiornato, e se Mothra rimane grosso modo invariato,  Ghidorah subisce un drastico restyling che agli occhi dei fan più attenti non passerà inosservato. Il ritmo della narrazione è incalzante e non mancano momenti volutamente ironici come la turista che viene fotografata in posa  dal marito mentre Baragon avanza sullo sfondo neanche si trovassero davanti alla torre di Pisa, o alcune brevi gag che fanno il verso al Godzilla americano.

L’unico elemento che non funziona è  la parte riguardante le vicende dei personaggi umani, poco interessanti e a tratti confuse, un parziale passo indietro per Kaneko che nei suoi Gamera era riuscito nell’impresa di rendere i rapporti tra i protagonisti appassionanti e coinvolgenti quanto le risse tra i mostri.

GMK contiene tutto quello che si può chiedere ad un film di Godzilla: azione, effetti speciali alla vecchia maniera, sistematica distruzione urbana e un ricco bestiario di creature giganti.  Se volete addentrarvi per la prima volta nel fantastico mondo dei kaiju eiga, questa pellicola è un ottimo punto di partenza.