Ouija

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Un gruppo di sciocche bambine (due sorelle, alcune cugine e un’amichetta) rubano una tavoletta ouija e evocano uno spirito, ma il loro gesto viene arginato. Venti anni dopo, disperse a Manila, devono tornare al paese natale, Camiguin, per omaggiare la morte della nonna. Altrettanto sciocche, ripetono il rito ma stavolta non c’è nessuno a salvarle dallo spirito rancoroso che inizierà a falciare vittime con ciclicità allarmante

Dalla folta produzione horror filippina emerge anche questo Ouija, campione di incassi nel 2007, diretto da un regista, che come molti altri, proviene da una buona officina, la serie horror ad episodi Shake, Rattle & Roll (ottavo episodio).
Il film è ambientato in un paradiso terrestre realmente esistente, la provincia di Camiguin, nell’”isola di fuoco” località devastata da un’eruzione vulcanica a fine ‘800 i cui sconvolgimenti terrestri hanno provocato l’inabissamento del cimitero locale, facendo si che ad oggi una grande croce emerga dalle acque regalando suggestivi tramonti.
Ouija alterna invenzioni intriganti ma le alterna ad un armamentario assolutamente abusato. Inutile girarci intorno, il fantasma di turno, Magda, la donna serpente, può essere autoctono e originale ma la sua messa in scena punta totalmente all’”effetto Sadako”. Chi scrive tenta sempre di isolare e evidenziare l’autonomia culturale di ogni creatura del folklore ma stavolta non si esce dal circolo vizioso. Al contempo il regista distanzia lo spettro dal già visto, almeno in parte, addizionandolo di peculiarità che non rivela fino alla fine. Il twist finale è poco originale ma giustifica molti degli elementi poco convincenti messi in scena fino a quel momento. E alla fine convince. Il film si rivela così come un ibrido, a tratti assolutamente interessante, ma penalizzato da inserti privi di qualsivoglia originalità. A penalizzare il tutto è l’avarizia nel dispensare dosi adeguate di sangue.
Il cast tutto al femminile avvicenda un gruppo nutrito di bellissime attrici al limite del pin up, tra cui la prosperosa Ann Santos e la più gracile Jolina Magdangal.
Curiosamente il titolo internazionale del film è Seance, proprio come quello di un altro horror, il classico di Kiyoshi Kurosawa, Kairo.