Teddy Girls

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Dopo la pietra miliare posta al cinema di Hong Kong con The Story of a Discharged Prisoner, nel 1969, in tempi di gran subbuglio giovanile in tante parti del mondo, Patrick Lung Kong mette in cantiere un altro film cardine per il futuro cinema asiatico prendendo di petto le tematiche del disagio giovanile con il suo Teddy Girls.
In questo film una ragazza adolescente, Josephine Hsu (con il volto della star e musa del cinema di Lung Kong, Josephine Siao Fong Fong), affronta i contrasti sociali, generazionali e di genere in compagnia di un gruppo di coetanee ospiti di un riformatorio femminile, dove finisce in seguito a una rissa scoppiata in una sala da ballo, nella quale si svolge la cinetica e danzereccia sequenza iniziale del film. In aperta ribellione con la madre e il suo rapporto con il patrigno, interpretato dallo stesso regista, Josephine stringe amicizia con un gruppo di compagne di riformatorio e insieme a loro organizza l’evasione dall’istituto per mettere in atto la sua vendetta.
Teddy Girls fonde così il cinema educativo e di impegno sociale con il sottogenere del “women in prison” movie (che fiorirà un paio d’anni dopo in Giappone nelle storie della carcerata Sasori, interpretata da un’aspra e indomabile Meiko Kaji) sviluppando un incipit leggero da storia per teenagers in una tragedia che approda in un finale cupissimo, soprattutto per quel che è stato il cinema cantonese degli anni sessanta.
Teddy Girls è un perfetto esempio della statura rivoluzionaria del cinema di Lung Kong, sia sotto il profilo tecnico, con un uso del montaggio modernissimo e molto curato, che sotto il profilo tematico, finendo per aprire la strada anche in questo genere a una versione pan-asiatica del cinema giovanile ribelle, trasportando l’eredità di Gioventù Bruciata a Hong Kong e trasfigurandola in prospettiva femminile; ancora una volta, Lung Kong pianta semi che si vedranno sbocciare in una stagione di rinnovamento nei film di registi come Clifford Choi e, soprattutto, Lawrence Ah Mon, del quale vanno per forza citati il radicale esordio di Gangs e quel che forse è il suo film più lunghiano: Arrest the Restless.
Come quasi sempre accade nella produzione di Lung Kong, gli intenti educativi e didascalici prendono a un certo punto le redini del film, e Teddy Girls non fa eccezione, quando nel finale il personaggio di Kenneth Tsang mette in discussione le convenzioni sociali che vedono i giovani costretti ad assumere ruoli di comprimari che si concretizzano nei loro compiti di figli, in una società sempre e comunque ancorata ai valori cinesi e confuciani come quella degli anni ’60 a Hong Kong, mentre in molte parti del mondo i ragazzi fanno la storia del maggio parigino, di Woodstock, della contestazione, delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam, dell’alternativa Hippie. Patrick Lung Kong, praticamente unico nella sua generazione, porta il mondo nelle sale dei cinema HKesi, porta un’apertura all’esterno che la Hong Kong coloniale faticherà ad accettare sino alla fine degli anni settanta. Anche solo per questo, la sua figura è da guardare con estremo interesse.