The Butterfly Lovers

Voto dell'autore: 2/5

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La premessa da fare è la seguente ovvero che è del tutto impossibile e sconveniente fare paragoni con le maggiormente celebrate precedenti incarnazioni della stessa leggenda (The Love Eterne di Li Han-hsiang e The Lovers di Tsui Hark; fare riferimento alle recensione per informazioni sulla storia del film), visto che questo The Butterfly Lovers sembra una riduzione zuccherina e marziale dei prototipi per ragazzini.

E’ stata abbassata drasticamente infatti l’età media dei protagonisti, trasformando la scuola dove la ragazza mascherata da uomo si iscriveva in una scuola di arti marziali, pretesto narrativo che apre la possibilità ad un numero elevato di sequenze wuxia di alterna qualità coreografate in parte svogliatamente dal maestro Ching Siu-tung.

Come molti sapranno, l’opera vive di due anime, ovvero una prima metà dallo spirito tipicamente comico e una seconda spietatamente melodrammatica.

La prima parte appunto sembra un veicolo per la brava Charlene Choi che tutta mosse e faccine rimane in ruolo grazie alla sua buffa gracilità e sostiene con capacità la zona più ironica. E’ quando entra in scena la sezione melodrammatica che le capacità della ragazza scemano e il film si affloscia, addizionando un pre finale dall’agghiacciante sentore di Giulietta e Romeo salvo poi salvarsi in extremis nel finale vero e proprio, variazione del classico egualmente spietato e commovente (e supportato dalla canzone ormai classica che accompagnava tutti i film precedenti, la The Butterfly Lovers Violin Concerto).

La regia di Jingle Ma (Tokyo Raiders, Silver Hawk) si alterna tra “televisiva” e qualche picco di classe, ma è nel cast che sorgono le maggiori sorprese; funzionano tutti i ragazzini, dalla già citata Charlene Choi a Wu Chun e Hu Ge, mentre a sorpresa emergono alcuni veterani tra cui Ti Lung (A Better Tomorrow) e Xiong Xin Xin (The Blade) oltre a qualche promettente viso nuovo.

Butterfly Lovers con queste coreografie retrò e questo essere coinvolgente ma al contempo asettico e inoffensivo si va ad infilare in un apparente “nuovo” filone cinese di film di genere per tutti, come Painted Skin, pur restando un gradino sotto quest’ultimo. Non cambierà la vita allo spettatore ma una piacevole visione la merita.

Nota: per approfondire ulteriormente la conoscenza della leggenda alla base del film si può prendere visione di un recente film d’animazione omonimo.