The Crossing: Part 1

Voto dell'autore: 3/5

VOTA ANCHE TU!

InguardabilePassabilePiacevoleConsigliatoImperdibile (1 votes, average: 4,00 out of 5)

Difficile fare un bilancio di The Crossing dopo la visione della sola prima parte. Perché questa monumentale epopea ad alto budget non lascia di certo particolarmente esaltati e sorpresi, specie dopo la prima parte (della prima parte). Woo affronta il melodramma agrodolce in costume, epico e sontuoso, ma dimenticando il suo talento di stile ed evocando solo quello produttivo, risultando assolutamente di maniera quando ricicla invenzioni del suo passato migliore; la scena del goffo ballo scalza di A Better Tomorrow II, le solite colombe in volo, qualche vaga goccia di Bullet in the Head, le sequenze belliche di Windtalkers fortunatamente almeno quelle esponenzialmente più compiute e spettacolari rispetto al film americano. Un melodramma quindi freddo e di maniera, automatico e che sa tanto di brodo allungato al fine di raggiungere una metrica. Perché se la parte 2 si incentrerà sul naufragio della nave in quello che è stato anticipato come il Titanic cinese questa prima parte è invece focalizzata sulla caratterizzazione dei personaggi e delle tre coppie che apparentemente si riuniranno sulla nave in questione. A fare da punti ai margini della storia, la guerra civile cinese tra comunisti e nazionalisti che si esplica in due mastodontiche sequenze belliche di cui soprattutto la seconda particolarmente riuscita. Poi gli effetti speciali digitali non sono sempre all'altezza in quanto a competitività ma il numero abnorme di comparse reali, le scenografie suggestive e gli effetti reali pirotecnici donano al film un'unicità produttiva di rilevanza internazionale. Va anche notato come politicamente il film non si prodighi nella demonizzazione dei nazionalisti ma anzi, introduca ben due dei protagonisti all'interno di questa fazione dimostrando una libertà espressiva ormai inusitata e inaspettata.
Soldati, medici, nobili e prostitute messi a confronto con un periodo turbolento, tra Cina, Taiwan e Giappone. Storie a distanza, separazioni, lettere e foto, amicizie celate, rapporti sopiti, dovere e onore, coperti da cenere e polvere da sparo. La partenza è esile ma il film nello sviluppo si intensifica, si sporca, viene marcato dal lutto e sul finale riesce anche a regalare delle sequenze particolarmente sentite (come quella dell'uccisione del cavallo).
Non resta quindi che passare al secondo capitolo per ottenere una visione di insieme di questo nuovo mastodontico colossal targato John Woo.