Robotrix

Voto dell'autore: 3/5
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Il sergente della polizia Linda (Aoyama Chikako) viene ucciso mentre cerca di sventare il rapimento del figlio di un potente sceicco; il riscatto obbliga il ricco petroliere a collaborare con Ryuichi Yamamoto, mandante del rapimento e folle scienziato intenzionato a creare una legione di robot guerrieri. L’unico modo di fermarne il diabolico piano è far rivivere la poliziotta impiantandone il cervello nella struttura di un cyborg.

A quattro anni dall’uscita del Robocop di Paul Verhoeven e a meno di un anno di distanza dal suo sequel, Hong Kong risponde con Robotrix che, seppur completamente diverso nelle intenzioni, ne riprende l’idea di base: far rivivere un poliziotto deceduto impiantandone il cervello su un robot, creando così una perfetta macchina a servizio della giustizia.

Del film divenuto culto negli Stati Uniti la pellicola di Jamie Luk (ricordato più per essere uno degli attori feticcio di Chang Cheh che per le sue doti registiche) non ha proprio altro: Robotrix è il perfetto esempio di exploitation nel quale la trama è poco più che un pretesto per mettere in scena sequenze d’azione, qualche guizzo di violenza e lunghe (e peraltro a volte noiose) parentesi ad alto tasso erotico.

Nonostante l’esilità della trama il film prodotto da Chua Lam diverte sia per le bizzarre trovate fantascientifiche, che per il continuo tentativo da parte di regista e sceneggiatori di un pretesto per far spogliare il meraviglioso terzetto composto da Amy Yip, Hui Hiu-Daan e dalla giapponese Aoyama Chikako: una sorta di “heroic trio” ante litteram che per sopperire alla mancanza di carisma è costretto a svestirsi ad ogni piè sospinto.

In una scena, completamente ininfluente ai fini della trama, c’è una passaggio identico a quello che intitola Quattro Mosche di Velluto Grigio di Dario Argento: tramite un complicato procedimento è possibile recuperare l’ultima immagine impressa nella retina dell’occhio di una persona assassinata. Citazione, appropriamento indebito o semplice casualità?

Questo è solo uno degli elementi che rendono Robotrix non certo un film irrinunciabile, ma per lo meno un divertente action condito da una gran quantità di carne e sangue.