Your Lovely Smile

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Your Lovely Smile (Anata no hohoemi) è uno dei film proiettati in occasione della 25esima edizione del Far East Film Festival, scritto e diretto dal Lim Kah Wai, regista malese residente da diversi anni a Osaka. 

In Your Lovely Smile c’è un protagonista d’eccezione, il regista Watanabe Hirobumi, che interpreta se stesso in un mockumentary-commedia che omaggia il cinema indipendente e il culto della sala. 

Il film parte da Otawara, la città della prefettura di Tochigi in cui sono ambientate tutte le pellicole di Watanabe. Egli è ben consapevole che, lasciando da parte l’etichetta di “regista di fama mondiale” che si è affibbiato, la maglietta con scritto “sono un genio” e il suo vantarsi di un’imminente chiamata da parte di Netflix, Amazon o Toei, si trova a un impasse.

Dopo un lavoro che parte da premesse poco chiare e che finisce per essere inconcludente, Watanabe viaggia per tutto il Giappone attraverso vari cinema d’essai alla ricerca di una sala che possa proiettare i suoi film.  Intanto, gli incontri ripetuti con una misteriosa ragazza che compare sotto sembianze differenti ovunque lui vada, lo spingono verso la strada dell’amore, ma alla fine è il cinema a prevalere.

Questo film di Lim sembra quasi essere un’opera di Watanabe stesso – usa la stessa ironia caustica, gli stessi tempi comici, un certo tono a tratti malinconico, una fotografia realistica (a colori) – ma risulta originale nella “filologia” con cui costruisce una via che collega i vari cinema d’essai del Giappone, un percorso che parte da Okinawa e arriva in Hokkaido dove ci vengono mostrate le difficoltà che incontra un regista indipendente nello scrivere, realizzare, finanziare e promuovere un proprio film.

È certamente un’elegia di un certo modo di condividere il cinema, di portarlo al pubblico, soprattutto nelle interviste durante i titoli di coda, in cui gli esercenti si aprono a confessioni sugli ostacoli incontrati durante il COVID e sul conflitto (apparentemente dalla sconfitta assicurata) con le piattaforme streaming.

Questo finale, tuttavia, dimostra quanto certe sale cinematografiche siano di fondamentale importanza per i registi indipendenti, che altrimenti non avrebbero modo di esprimersi e diffondere la loro arte.